Centosessantuno operai beneficiari, 220 impiegati, 33 quadri, 56 giovani tra i 18-29 anni, 85 donne, 81 lavoratori over 50. Sono i numeri del piano formativo “S.M.A.R.T. 4.0 Sviluppo, Miglioramento e Automazione: Risorse umane e Tecnologia nell’era 4.0” finanziato da Fondimpresa, i cui risultati sono stati diffusi questa mattina durante un incontro organizzato da Stoà, Istituto di Studi per la Direzione e Gestione d’Impresa, e dalla società di consulenza Memory Consult, rappresentata da Antonio Imbrogno, amministratore unico, nella sede della Business School a Villa Campolieto (Ercolano).

Sono 38 le aziende del settore metalmeccanico coinvolte nel progetto, con 77 azioni formative per una programmazione complessiva pari a 1.360 ore in quattro regioni del Sud Italia: Campania (presente con 22 imprese, tra cui Adler Tta, Magnaghi Aeronautica, Gruppo Dema), Puglia, Sicilia e Basilicata.

“Per la formazione manageriale siamo a un giro di boa che impone di governare processi di avanzamento tecnologico, new skill e miglioramento necessario delle competenze – dichiara Enrico Cardillo, direttore generale di Stoà -. Nuovi contenuti specialistici e più avanzate modalità di apprendimento spingono a rafforzare il legame tra istruzione, formazione e politiche attive del lavoro. Questo piano, che prevedeva il coinvolgimento di 282 unità diventate poi 414, ha reso evidente come i mutamenti nel mondo professionale, con una forte spinta verso l’innovazione, rendano attuale una formazione aggiornata capace di accrescere le abilità dei dipendenti”.

“Piani come questo favoriscono sia la cultura della formazione che quella di impresa”, aggiunge Bruno Scuotto, presidente di Fondimpresa, il Fondo interprofessionale per la formazione continua di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil che quest’anno festeggia il suo quindicinale.

“La formazione è uno strumento importante tanto per i lavoratori, perché ne migliora le competenze, non solo specifiche ma anche trasversali, quanto per le aziende, che attraverso la formazione riescono a essere più competitive – commenta Adele De Cocco, Fiom-Cgil Napoli -. Smart 4.0 è un piano che punta alle alte professionalità”.
La rappresentante Fiom rilancia sul ruolo del dialogo sociale, “inteso come confronto costruttivo tra le parti: azienda, lavoratori, Rsu e Rsa dove presenti – dice- . Un valore aggiunto che va perseguito a tutti i livelli”.
“Considero rilevante – conclude De Cocco -, un altro elemento emerso dall’incontro: il riconoscimento della formazione come diritto soggettivo. Un diritto tanto più importante alla luce di Industria 4.0 che pone questioni nuove sulle competenze e professionalità necessarie nel mercato del lavoro”.

Giuseppe Russo, Uilm-Uil Napoli, punta i riflettori sulla certificazione di valore della formazione, per rafforzare il curriculum dei partecipanti. ”Siamo impegnati con determinazione a ottenere un risultato che sfoci in una sorta di libretto curriculare riconosciuto nel mercato del lavoro – dice -. Un documento come questo garantirebbe una reale mobilità, consentendo ai lavoratori di cercare una nuova occupazione in caso di uscita dall’azienda. Oggi – prosegue Russo – un lavoratore che non ha formazione adeguata è destinato a restare fuori dal ciclo produttivo. Grazie al lavoro di pilotaggio sui bandi Fondimpresa continueremo a collaborare per una formazione sempre più in linea con il mercato e le esigenze delle aziende”.

“Per quanto riguarda l’ente bilaterale di pilotaggio di cui ho fatto parte – aggiunge Antonello Gisotti, Fim Cisl Nazionale – abbiamo monitorato come è evoluta la richiesta di formazione da parte delle aziende, anche negli ultimi 2-3 anni, con un ciclo virtuoso tra enti e aziende. La formazione è un diritto soggettivo dei lavoratori, uno dei pilastri del nuovo contratto dei metalmeccanici”.

Formazione e lavoro nell'era digitale: 38 aziende del Mezzogiorno nel piano Smart 4.0

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