Le premesse dell’oggi di Stoà erano tutte nell’idea originaria dei fondatori: la Business School come fattore di sviluppo delle persone, delle imprese, dei territori. La stessa idea che era alla base della fondazione delle Business School statunitensi all’inizio del ‘900, ma anche dell’idea olivettiana nel modello dell’ISTAO di Ancona a cui Giorgio Fuà, economista della scuola di Enrico Mattei, aveva dato un contributo decisivo nell’immaginare un modello “italiano” di business school adatto a far emergere sui territori il fattore “Organizzativo - Imprenditoriale”.
Al volgere del secolo, la Stoà sviluppava un modello, unico tra le Business School, di collaborazione a programmi di innovazione “sul campo” in settori come l’aerospazio e la difesa, con decine di migliaia di ore di formazione tecnica e manageriale. Programmi su temi di innovazione di processo e di prodotto per le imprese integratrici e supply chain sfidate da una crescente competizione internazionale.
La certezza che a Stoà la formazione manageriale “è differente e fa la differenza” è tutta nella trentennale esperienza operativa, sul campo, in programmi che hanno coinvolto migliaia di tecnici e manager, in funzioni di produzione, logistica e gestione dei progetti e delle commesse, finanza e controllo, commerciale, gestione delle risorse umane, marketing e ricerca e sviluppo. Perché la competenza manageriale applicata – l’eccellenza del modello di management - è il vero fattore abilitante della competitività e della capacità di gestire la tecnologia per innovare prodotti, processi e modelli di business.
Una convinzione al centro della logica con cui sono progettati tutti i programmi formativi della Scuola, dalla Graduate Management Education (GME) dei master (livelli VI, VII e VIII dell’ EQF), ai programmi executive, alla formazione per le diverse specializzazioni funzionali. In programmi pensati per tutto il ciclo di vita della formazione di un individuo e per tutti i livelli organizzativi. Per i giovani laureati che progettano il proprio futuro nelle imprese, per i neoassunti, i futuri capi e i neo-capi, i manager di funzione e i senior manager. Perché la formazione di Stoà è pensata per dare agli employer esattamente quello che si aspettano dalle persone sulle quali vogliono investire.
Con una novità straordinaria nell’ambito delle Business School. Con la creazione di una Fondazione ITS-Academy, alla formazione post-laurea viene integrata l’alta formazione post-diploma per Tecnici Superiori (EQF V); i piccoli grandi capi di domani, capaci di utilizzare lo stato dell’arte della tecnologia per migliorare ed innovare le imprese. Un circolo virtuoso dell’ecosistema del lavoro e della formazione che si completa anche grazie alla creazione di una Fondazione per lo sviluppo e la certificazione delle competenze (Fondazione Aerospazio Campania Academy) che opera in service per l’attore regionale nel rendere più robusto e performante l’ecosistema (Imprese, Università, Centri di ricerca) e garantire una continua crescita delle competenze sul territorio e la loro certificazione. Nella direzione dell’up-skilling e del re.skilling.
Gli anni trascorsi della storia di Stoà hanno arricchito l’approccio alla formazione manageriale di nuove e più avanzate metodologie per affrontare la complessità. Si pensi alle capacità formative in Systems Engineering e di Engineering Management sviluppate per l’innovazione nel settore aerospaziale, le competenze certificabili di Program e Project Management e in Business Analysis e l’esperienza, non solo d’aula, in quell’ambito del Lean Thinking in cui la Stoà, guidata dal MIT è stata pioniera in Europa. Come esito dei percorsi formativi, a tutti i livelli del sistema d’offerta Stoà, è un profilo di manager innovatore che si misura non solo coi KPI di cui è responsabile ma è in grado di leggere il modo ampio, come dall’alto, i processi in cui opera con un approccio responsabile “end-to-end” e interfunzionale. Un manager capace di ricevere e fornire feedback, di ragionare in termini proattivi (feed forward) e di avere consapevolezza e competenza per una interpretazione autonoma e critica degli obiettivi propri e dei propri collaboratori (feed-up).
Un nuovo “charter” della formazione manageriale emerge dal modello Stoà. Anzi un “Manifesto della nuova formazione manageriale” che tiene conto che i modelli di Management Education di ieri non reggono l’accelerazione del cambiamento di oggi. Un’attitudine “Stoica” a sfidare il cambiamento e le disruption che fa parte del DNA della Scuola di Ercolano e che le ha fatto attraversare le trasformazioni della terza rivoluzione industriale così come oggi raccoglie la sfida della quarta rivoluzione industriale.
Una parola definisce in modo sintetico e preciso la “differenza” del modello formativo Stoà: PRESENZA.
· Perché in un affollamento di proposte di formazione online, l’offerta di Stoà fa leva sulla PRESENZA, sul potere dei luoghi della formazione di costituire occasioni di incontro e di relazione, come suggerisce il riferimento alla scuola del Portico d’Atene. Relazioni che tra alunni, docenti, manager d’impresa che costituiscono il grande valore aggiunto della formazione Stoà-
· Perché PRESENZA è essere nei luoghi in cui nascono i problemi che il manager deve quotidianamente gestire e risolvere. Sullo shop floor di una Smart Factory, in un punto di vendita in un ufficio di progettazione e sviluppo prodotto.
· Perché PRESENZA, come insegnano Peter Senge e Otto Scharmer, è l’essere pienamente presenti al flusso di cambiamento: la capacità di sospendere i pregiudizi, ascoltare profondamente ciò che sta emergendo, e connettersi a una possibilità di futuro che vuole accadere.